I lavori che presentiamo ai lettori dell'Année sociologique hanno anzitutto lo scopo di introdurre nello studio dei fenomeni religiosi un certo numero di nozioni determinate. Fino ad oggi la storia delle religioni si è alimentata di idee vaghe. Essa, invero, è già ricca di fatti autentici ed istruttivi che un giorno forniranno vasta materia alla scienza delle religioni, ma questi fatti sono classificati a caso, rubricati in modo impreciso; spesso poi la loro descrizione è viziata da imperfezioni lessicali. Le parole religione e magia, preghiera e incantesimo, sacrificio e offerta, mito e leggenda, dio e spirito, ecc., sono usate indifferentemente l'una al posto dell'altra. La scienza delle religioni non ha ancora una terminologia scientifica ed il cominciare a fissarne una non può che arrecarle vantaggio. La nostra ambizione, peraltro, non è solo quella di definire delle parole ma di costituire delle classi naturali di fatti e, costituite queste classi, di tentarne un'analisi la più esplicativa possibile. Tali definizioni e spiegazioni ci forniranno delle nozioni scientifiche, cioè delle idee chiare sulle cose e sui loro rapporti.
In questo spirito abbiamo già studiato il sacrificio e l'abbiamo scelto come oggetto del nostro studio in quanto, tra tutti gli atti religiosi, ci è sembrato uno dei più tipici. Si trattava di spiegarne il meccanismo e, in più, la apparente molteplicità delle funzioni cui lo si adattava, una volta stabilito un certo rito; di giustificare, in definitiva, l'importanza del posto che il sacrificio occupa nell'insieme del sistema religioso.
La magia è una istituzione, ma ad un livello molto basso, una specie di somma di atti e credenze, male definita, male organizzata anche per coloro che la praticano e credono in essa. Ne consegue che noi non sappiamo, a priori, quali siano i suoi limiti e perciò non siamo in grado di scegliere, a ragion veduta, fatti tipici atti a rappresentare la totalità dei fatti magici. Dovremo dunque procedere, anzitutto, ad una sorta di inventario di questi fatti, il che ci consentirà di circoscrivere in modo approssimativo il campo in cui dovrà muoversi la nostra ricerca. In altre parole non dovremo prendere in considerazione, ad uno ad uno, una serie di riti isolati ma considerate contemporaneamente tutto ciò che costituisce la magia e darne, in una parola, fin dall'inizio, una descrizione ed una definizione. Nell'analisi che seguirà non sarà a guidarci l'ordine di successione dei tempi di un rito. In effetti l'interesse, più che sulla trama e la composizione dei riti, verte sulla natura dei mezzi di azione della magia, indipendentemente dalla loro applicazione, sulle credenze che essa implica, sui sentimenti che provoca, su coloro che la praticano.