I racconti dei giornalisti al campo hanno finito per costituire una specie di riassunto della guerra. Quello che i corrispondenti vedevano era così legato a quello che era successo, il passato della guerra mostrava tracce così profonde, parlava così forte nel tumulto del presente, che la cronaca diventava im po’ storia, una storia delle operazioni rintracciata sui luoghi, illustrata dai racconti di combattenti stessi, commentata dall’azione in corso, fusa, dalla continuità della lotta agli avvenimenti attuali e vissuti. Ebbene, una cosa è apparsa subito evidente da queste narrazioni: ed è la esattezza dei comunicati ufficiali. Le azioni appurate dalla indagine giornalistica si identificavano una per una alle azioni enunciate nei bollettini. Il lavoro dei corrispondenti ha finito per essere un ampio commentario della parola laconica e calma del notiziario dello stato maggiore.