Clotilde entrò un poco sbadatamente, cantando, nel salotto terreno della villetta dove accanto alla nonna che raccomodava il bucato, suo fratello declamava con molto fervore, leggendo. C’era anche il loro vicino, l’avvocato Dardanelli.
— Ssss! — le fece questi con un’energia così brusca che la inchiodò sulla soglia, muta, sorpresa. Ma Roberto aveva già lasciato ricascare sulle ginocchia le mani, che reggevano il manoscritto, in atto di scoraggiamento.
— Quella sgarbataggine... — cominciò a rimproverare seccamente la nonna, levando la testa piccina e ossuta dall’enorme lenzuolo che la seppelliva ammonticchiandosi su una sedia di contro. E dopo un momento di silenzio generale disse a Roberto, guardandolo attraverso gli occhiali amorosamente: — Continua.