Perché pochi giorni dopo l’8 settembre 1943 arrivarono in Valle di Primiero decine di prigionieri inglesi, alcuni fermandosi, modificando il destino di coloro che diedero loro accoglienza, molti passando oltre, cercando di arrivare in territorio veneto?
Arrivarono da soli o li condusse qualcuno? Quanti erano? Quanti riuscirono a sfuggire ai nazisti? Conosciamo i loro nomi? Chi furono i primierotti che li aiutarono, pagando un pesante scotto per tale gesto di umana solidarietà?
Quanto accaduto non si sarebbe mai potuto svelare nella sua reale dinamica se Elena Albertini, dopo la morte del padre Remo – Presidente della Provincia autonoma di Trento, Presidente del Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige e Assessore Regionale all’Industria negli anni Cinquanta e Sessanta –, non avesse trovato nell’archivio personale, cinque fogli ingialliti sui quali era raccontato cosa accadde nel campo prigionieri di guerra di Bellamonte quando, nella confusione seguita all’Armistizio, suo padre prese la solitaria iniziativa di salvare gli inglesi dalla furia nazista. Una storia di coraggio e accoglienza.