Si tratta di dieci racconti che si richiamano alla celebre tradizione delle Mille e una notte: undici poesie, variazioni di una stessa struttura tematica e formale, si alternano ai racconti idealmente narrati ciascuno in dieci notti d'insonnia. All'uniformità della cornice si contrappone la studiata varietà dei racconti, quasi a voler ripercorrere tutte le possibilità sperimentate nel genere novella: dalla fiaba orientale Gli stivaletti azzurri, alla novella verista Yuk, dal racconto surrealista postmoderno Il poeta e il suo pensatore" a quello fantascientifico La creatura di Prometeo, dalla favola alla Rodari I globofanti a una bizzarra variazione su temi kafkiani La metamorfosi, e così via. Ciascuno dei modelli rivisitati conserva le sue caratteristiche specifiche, per fare solo qualche esempio: nel racconto surrealista postmoderno ritroviamo un gioco metaletterario tra la figura del narratore e quella del suo personaggio (che è a sua volta un narratore di tipo romantico alle prese con un suo personaggio ribelle), la fiaba orientale ricorre ai moduli del racconto orale, mentre il racconto fantascientifico rimanda ai miti della tradizione classica in versione futuristicamente trasfigurata: il nuovo Prometeo è il creatore di una stirpe umana prodotta in laboratorio. Tutto questo pur senza mai perdere, per eccesso di mimetismo, un tono e un'impronta stilistica personali e ben riconoscibili, evitando così il rischio che il testo risulti dispersivo e disomogeneo: elemento questo che costituisce uno dei punti di interesse maggiori della raccolta. Alla sapienza costruttiva e all'intelligenza nel condurre l'operazione metaletteraria, Tuccillo unisce una notevole abilità narrativa, grazie alla quale ciascuna tappa di questo viaggio nel genere racconto risulta diversamente piacevole e avvincente per il lettore, quali che siano le sue preferenze letterarie, naturalmente.