Storia filosofica dei secoli futuri è un breve romanzo filosofico e fantapolitico del 1860 scritto da Ippolito Nievo. È considerato uno dei principali romanzi italiani ottocenteschi anticipatori della fantascienza.
Tratteggia la storia futura dell'Italia dall'anno 1860 al 2222. Pur presentandosi in veste satirica e umoristica, l'opera di Nievo tocca temi politici, sociali e culturali di grande rilievo e anticipa numerosi fatti storici futuri, tra i quali l'unificazione italiana, il traforo del canale di Suez, la colonizzazione dell'Egitto, la fine del potere temporale dei papi, la guerra franco-tedesca del 1870, la laicizzazione della cultura, la nascita dell'Unione europea, l'invenzione di robot o esseri artificiali (chiamati "omuncoli", "uomini di seconda mano" o esseri ausiliari), la diffusione dei narcotici, l'alienazione e l'anomia della società contemporanea.
Nel romanzo è descritta la storia futura dell'Italia dall'anno 1860 al 2222. In questo lasso di tempo, Nievo descrive i passaggi epocali dei periodi:
Dalla Pace di Zurigo alla Pace di Lubiana
Dalla Pace di Lubiana alla federazione di Varsavia (1960)
Dalla federazione di Varsavia alla rivoluzione dei contadini (2030)
Creazione e moltiplicazione degli omuncoli (2066-2140)
Dal 2180 al 2222, o il periodo dell'apatia
I periodi corrispondono ai capitoli e vengono chiusi da un Epilogo.
Ippolito Nievo (Padova, 30 novembre 1831 – mar Tirreno, 4 marzo 1861) è stato uno scrittore, patriota e militare italiano.
Il suo " Le confessioni di un italiano" è considerato uno dei romanzi più importanti del Risorgimento Italiano.