Volge il terz’anno dacchè il Consiglio Generale, per decreto degli Illustrissimi Decurioni, affidommi la cura di raccogliere i documenti della patria storia, e di ordinarli in continuata narrazione dall’origine della città nostra fino al principio del regno di Filippo II ed alla morte di S. Carlo. E siccome la nostra Opera riuniva sotto un titolo ecclesiastico le cose sacre e le profane insieme, fu decretato, per servire alla fama di Milano, che le Memorie da me anche posteriormente raccolte fossero scritte nella lingua del Lazio, come quella che sempre venne giudicata propria alle storie, e che sola può rendere sempiterna la ricordanza degli umani eventi. Così statuirono i due sapienti decurioni Giovanni Maria marchese Visconti e Gerolamo Legnani[30], a’ quali era affidata la tutela della storia patria. Opinarono essi che i miei scritti aggiunti a’ volumi già da me dati in luce, formerebbero uniti un corpo di storia completo e d’uniforme tenore; monumento che fra tanti d’Insubria manca tuttora al desiderio degli studiosi.