Un telo bianco. Su di esso si proiettano le ombre di marionette fatte di cartone. È tutto ciò che serve per mettere in scena questa commedia grottesca tratta da una delle opere più celebri di Richard Wagner: Tristano e Isotta. I fantocci senza vita possiedono tutta la coscienza di coloro che li manovrano: la consapevolezza dell’essere e di essere. Friedrich Huch (1873-1913) riscrive in chiave parodistica il dramma wagneriano, in una trama costruita tra ombre e apparizioni oniriche, tra slanci metafisici e brillante umorismo. Per la prima volta in traduzione italiana, un’opera del 1911 riportata a galla dall’oblio, a testimonianza della fervida immaginazione di uno scrittore ammirato da Thomas Mann e dotato di rara arguzia.