Enrico Corradini (San Miniatello, 20 luglio 1865 – Roma, 10 dicembre 1931) è stato uno scrittore e politico italiano, esponente di punta del nazionalismo italiano. Fu senatore del Regno d'Italia nella XXVI legislatura. Laureato in Lettere nel 1888, giornalista. Nel 1897 dirige la rivista Il Marzocco, da lui fondata. Autore dannunziano, nel novembre 1903 fonda con Giovanni Papini, Vilfredo Pareto e Giuseppe Prezzolini la rivista Il Regno. Nel 1910 organizza il Congresso nazionalista di Firenze, dal quale scaturisce Associazione Nazionalista Italiana, di cui fu segretario fino al 1914.
Nel 1911 appoggia la campagna in favore della guerra Italo-Turca con due saggi politici (Il volere d'Italia e L'ora di Tripoli) e sempre nello stesso con la collaborazione di Alfredo Rocco e Luigi Federzoni diede alle stampe il settimanale L'Idea Nazionale, che riprese le teorie guerrafondaie del suo precedente; dal 1908 al 1912 collaborò anche al Corriere della Sera.
Nel 1913 si candidò alla Camera nel collegio di Marostica ma non fu eletto, nonostante l'appoggio dei cattolici. Favorevole ad una politica estera imperialista, colonialista ed espansionista, nel 1914 trasformò L'idea Nazionale in quotidiano grazie ai finanziamenti di militari e armatori.
Elaboratore di una teoria nazionalistica nutrita di populismo e di corporativismo, fu un acceso interventista nella prima guerra mondiale, prima a favore della Triplice Alleanza, poi a sostegno della Triplice Intesa, ingaggiando violente campagne di stampa contro i neutralisti (in particolare Giovanni Giolitti). Negli anni della guerra si legò strettamente all'Ansaldo dei fratelli Perrone, ottenendo da loro lauti finanziamenti per L'Idea Nazionale. Dopo la guerra fu a favore all'impresa di Fiume e tentò di convincere Gabriele D'Annunzio ad attuare nel 1919 una "marcia su Roma". Negli anni seguenti si dichiarò favorevole alla fusione tra l'Associazione nazionalista e il Partito Nazionale Fascista; i due gruppi aderirono insieme ai Blocchi nazionali in occasione delle elezioni legislative del 1921. Nel 1923 aderì al PNF, facendovi confluire la sua ANI. Fu nominato senatore dal re Vittorio Emanuele III il 1º marzo 1923. Inizialmente favorevole allo smantellamento dello Stato Liberale, espresse successivamente alcuni suoi dubbi in epistole inviate a Luigi Federzoni: quando quest'ultimo divenne Ministro nel 1928, Corradini venne politicamente emarginato. Fu membro del Gran Consiglio del Fascismo dal gennaio 1925 al dicembre 1929. Morì nel 1931.