L’autobiografia (dal 1883 al 1911) di Benito Mussolini, composta a soli ventotto anni.
L’idea di raccontare la mia vita, e cioè le vicende tristi e liete di cui s’intesse la vita degli uomini, mi è venuta improvvisamente nella notte dal 2 al 3 dicembre, nella cella numero trentanove delle carceri di Forlì, mentre cercavo invano il sonno. L’idea mi è piaciuta e intendo tradurla nel fatto. Ho ventotto anni. Sono giunto, io credo, a quel punto che Dante chiama «il mezzo del cammin di nostra vita». Vivrò altrettanto ? Ne dubito. Il mio passato avventuroso è ignoto. Ma io non scrivo per i curiosi, scrivo invece per rivivere la mia vita. Da oggi, giorno per giorno, ritornerò ciò che fui nei miei anni migliori. Ripasserò per la strada già percorsa, mi soffermerò alle tappe più memorabili, mi disseterò alle fonti che io credevo inaridite, riposerò sotto l’ombra di alberi che ritenevo abbattuti. Io mi scopro. Ecce homo. Ricompongo la tela del mio destino.
Cominciato il 4 dicembre 1911, ripreso il 24 febbraio 1912.
Benito Amilcare Andrea Mussolini (Dovia di Predappio, 29 luglio 1883 – Giulino, 28 aprile 1945) è stato un politico, militare, giornalista e dittatore italiano. Fondatore del fascismo, fu presidente del Consiglio del Regno d'Italia dal 31 ottobre 1922 al 25 luglio 1943. Nel gennaio 1925 assunse de facto poteri dittatoriali e dal dicembre dello stesso anno acquisì il titolo di capo del governo primo ministro segretario di Stato. Dopo la guerra d'Etiopia, aggiunse al titolo di duce quello di "Fondatore dell'Impero" e divenne Primo Maresciallo dell'Impero il 30 marzo 1938. Fu capo della Repubblica Sociale Italiana dal settembre 1943 al 27 aprile 1945.