"L'utero è la causa di seicento malattie"
IPPOCRATE
La donna ha conquistato la sua emancipazione: lavora come l'uomo, tratta affari, viaggia da sola, può vivere indipendente senza venir considerata come un essere al bando, eppure la sua educazione non differisce molto da quella che le era impartita allorché — schiava nata — passava dalla tutela familiare a quella ancora più assoluta del marito o del convento.
Non tocca a noi giudicare dei danni individuali e sociali di un tale stato di cose. Qui la questione si limita a un punto di vista particolare, ma che è in fondo il punto centrale di tutta la diatriba che si dibatte circa l'educazione femminile.
Noi non esitiamo a dire che "novanta volte su cento" i piccoli disturbi sessuali diventano grossi guai semplicemente per ignoranza. Non si sa, e quindi non si osa. Se la donna va dal medico, è proprio quando i disturbi e i dolori sono diventati intollerabili. E a che cosa hanno servito allora il pudore e la reticenza, se il medico brutale deve esplorare, medicare, tagliare? Se spesso la donna deve uscire dal gabinetto medico piangente e disperata di fronte alla rivelazione crudele; qualche volta segnata da una condanna senza appello?
Se si riuscisse a comprendere che l'ipocrisia è anch'essa una mala azione!
Noi dunque pubblichiamo questo libretto con la speranza di fare del bene.